Armando Petrucci (Roma, 1 maggio 1932 – Pisa, 23 aprile 2018), storico della scrittura e del libro di fama internazionale, era di stirpe garganica: suo padre era Alfredo, nativo di San Nicandro Garganico, storico dell’arte e dell’incisione, incisore egli stesso, narratore e poeta; sua madre era Petronilla Ruggiero, nativa di Rodi Garganico. Romano fino al midollo (ininfluente il periodo pisano, dal 1991 alla morte), sempre garganico si sentì. Studioso di altissimo livello e di grande apertura tematica, sempre tenne d’occhio il Gargano e la Puglia, dedicando ad essi, tempo dopo tempo, numerosi lavori. Questo numero speciale de «Il Giannone» li ripubblica tutti.
Si tratta di ventisei testi, usciti nei quarant’anni tra il 1954 e il 1994. All’inizio, più o meno, e alla fine sono le due opere ‘pugliesi’ più voluminose e impegnative: da un lato l’edizione dei documenti medievali del monastero di S. Maria di Tremiti, che lo occupò dal 1954 al 1960; dall’altro la pubblicazione, condotta con la moglie Franca Nardelli, de I più antichi documenti originali del Comune di Lucera, datata appunto 1994. Nel mezzo una bella collana di scritti, d’impianto e di stile i più diversi, da articoli di tipo narrativo a saggi critici, da spigolature d’archivio a recensioni e schede bibliografiche. Il curatore del volume li ha distribuiti in cinque capitoli: Storie tremitensi, Studi micaelici, Studi garganici, Saggi di paleografia e Lungo l’asse pugliese; e li ha restaurati con attenta e partecipe perizia.
Ne risulta il profilo di un grande studioso che, avvezzo a muoversi nel mondo intero e a percorrere tutti i sentieri della scrittura (come dimostra la sua Bibliografia sommaria anteposta alla raccolta), ha sempre mantenuto verso la sua terra d’origine una costante fedeltà.