La scoperta di una tomba il 7 luglio del 2006, nel Cortile comunale di Vieste, con una tipologia costruttiva sconosciuta in Daunia, con l’inumazione di ventisei defunti, con oggetti preziosi e particolari, assenti in ritrovamenti coevi, da semplice recupero si è trasformata in un vero e proprio intervento di scavo prolungatosi per diversi mesi.
Ogni giorno una nuova scoperta, ogni giorno una nuova notizia, si univa alle precedenti, e sembrava pronta a portarci verso nuovi ed inimmaginabili risultati.
All’interno della tomba, nascosti da strati sottilissimi di terreno, emergevano oggetti di corredo, alcuni tipologicamente affini, ma diversi per decorazione, altri particolarmente preziosi che accompagnavano gli inumati.
Gli oggetti più preziosi erano sul fondo, affiancati da una serie di punte di lance e strigili.
Tra i ventisei inumati si sono potuti riconoscere uomini, donne e bambini.
Alcuni defunti, forse, appartenevano ad una sola famiglia, forse non erano indigeni come attestano le monete, il vasetto alessandrino, il cristallo di rocca con la delicata incisione, l’anfora rodia.
I risultati conseguiti, anche se parziali, costituiscono una prima importante tappa verso la valorizzazione dei dati emersi che dovranno avere ulteriori verifiche ed approfondimenti.
Si spera di ritornare nella zona, tra qualche tempo, per poter effettuare delle campagne di scavo organizzate, che permettano di ampliare e chiarire i dati raccolti durante questo intervento.